Leonardo Manera “Ieri, oggi e domani” viaggio semiserio nel cambiamento quotidiano
Un giorno, nel 1300, Giotto dipinse il cielo blu. Lo stesso cielo che noi vediamo guardando in alto o fuori dalla finestra, Giotto lo dipinse come mai era stato fatto prima. Eppure il cielo era lì, a portata di mano e di occhi, visibile a tutti. Prima di Giotto, si preferiva dipingerlo color oro. Fu, allora, una grande innovazione nella pittura, ma oggi per noi, guardando un quadro qualsiasi, magari di quelli che abbiamo in casa, è normale vederlo dipinto col cielo blu. Senza immaginare che quella rappresentazione – oggi così consueta - la dobbiamo a una “invenzione” di Giotto, molti secoli fa. Ma per noi è diventato normale.
Così si modifica quotidianamente la nostra esistenza. Siamo affezionati al “normale” modo di vivere, spesso accogliamo con scetticismo le innovazioni, anche tecnologiche, che ci vengono proposte. Ma poi, poco alla volta, ci abituiamo e abbracciamo il cambiamento, anche quello che sembrava più distante dalle nostre abitudini.
“Cambiamento”, “nuovo inizio”, espressioni abusate, forse, ma che rappresentano il momento storico che stiamo vivendo. Non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche e soprattutto sociale. E’ cambiato il nostro modo di mangiare, di produrre, di rapportarsi con i figli, di lavorare e perfino di incontrarsi.
Leonardo Manera, in “Ieri, oggi e domani”, propone un viaggio ironico e semiserio nei nostri tempi dove tutto muta con grande rapidità, ipotizzando anche uno scenario futuro ma ricordando che in fondo il destinatario ultimo di ogni cambiamento è l’essere umano, per il quale è necessario non perdere i suoi punti di riferimento essenziali.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, nonostante tutto. Stelle, magari, di un cielo blu. Proprio come quello che dipinse Giotto, tanti secoli fa.